Il mito di er

la città ideale pieroCaravaggio_-_La_Flagellazione_di_Cristo

 

jackson-pollock-white-light-

 

 

 

 

 

 

 

La morte dell’ arte sembra la forma di quel pensiero insinuatosi con l’avvento delle avanguardie storiche, dalla teorizzazione estetica di Hegel, in realtà ha una radice profonda svelata nel mito di Er.

La morte dell’ arte sembra materializzarsi nelle avanguardie.

Platone nel descrivere la forma della Repubblica snoda un filo logico ad un’ unica direzione corrispondente a quella della lettura effettiva, cui viene a coincidere la forma dell’ aspetto morale.

Alla Repubblica quindi viene a corrispondere la forma fisica all’ esistenza, ben espressa in un’ opera del Caravaggio quale la Flagellazione di Cristo del 1608, la quale trova la sua giustificazione nello snodarsi spazio-temporale dello scritto che la riguarda in termini figurativi. Lo scritto fisico in relazione alla lettura, alla successiva comprensione e possibilità di messa in pratica di un concetto.

La sua forma oggettuale viene però realizzata da Piero della Francesca il quale attraverso la rappresentazione della Città Ideale del 1490 circa, in cui non è contemplata presenza umana, se non quella del pittore autore dell’ opera, diviene al pari della Repubblica l’ espressione di una teoria.

Piero della Francesca concentra però la sua attenzione sul fatto fisico simbolo di governo espresso dalla rappresentazione la città, simmetrica, equilibrata, strutturata, dove la Città Ideale è un oggetto nel quadro.

Platone nella Repubblica esprime chiaramente l’ idea di Repubblica e fonda una teoria, sono due rappresentazioni consequenziali e la teorizzazione di Platone nello scritto diviene materia di rappresentazione al pari dell’ opera di Piero della Francesca la cui Città Ideale è la manifestazione di uno spazio metafisico e la città emblema di uno spazio utopico a stabilire il confine tra fisica e metafisica anch’ essa manifestazione esistente di uno spazio fisico del pensiero.

Il Mito di Er fisicamente costituisce lo spazio metafisico la rappresentazione, ma dietro all’ insondabilità della morte come spazio fisico in realtà inesplorabile perché inesistente, presente in termini concettuali come fatto relativo alla mente, si libera la capacità rappresentativa in relazione alla realtà della vita in termini progettuali, rispetto alla rappresentazione della realtà.

Possiamo comprendere il profondo significato utopico nella urgente discriminazione tra bene e male, dove bene si può conoscere il male in quanto esperienza di dolore, passata per il fisico sentire e se ne può dedurre il bene, in primo luogo astratto, in fisica sensazione la quale provata alberga nella conoscenza della mente, proiettandosi sul “futuro” determinato dallo spazio metafisico, originato a sua volta dal benessere prodotto dalla sensazione.

Platone inflessibile “giudica” se non il male come componente inscindibile la vita, la invece determinazione di bene ad esso in rapporto proporzionale, è la fisica trasposta in verbo corrispondente ad azione. Le sue conseguenze determinano le possibilità della manifestazione del bene ed esso prende così corpo dalla sensazione, dal pensiero, dalla memoria, spostato sul piano della realtà.

Allora nel Mito di Er la direzione morale si libera senza una direzione obbligata dalla lettura, questo fatto fisico consiste nella proiezione del pensiero sul futuro di una realtà così determinata, essa prenderà corpo.

In questa “libertà” estrinsecata dalla ragione si può cogliere la verità corrispondente alla realtà stessa nella sua manifestazione fisica, mai perfettamente aderente alla teorizzazione di governo della realtà.

Caravaggio nella Flagellazione di Cristo traduce l’ aspetto delineato da Platone prima nella teorizzazione della Repubblica poi liberato nel mito di Er in qualità di giudizio, lo farà anche Gauguin nel suo Cristo Giallo del 1889, dove il Mito di Er svela il fondamento utopico del governo espresso attraverso le leggi, nel governo di Platone nell’ idea in cui Dio non è responsabile del destino delle anime, ma ogni anima sceglie il suo destino e lo fa attraverso l’ azione, determinata dalla sensazione come avviene simbolicamente nella flagellazione che diventa poi un fatto compresente nella mente perché di carattere esperenziale.

Nel processo della passione di Cristo la sensazione corrisponde alla passione di Cristo, egli ne rimane travolto ed essa incarna la forma del travolgimento, il dolore lo porta a dubitare e nel dolore soccomberà prima facendosi amaro. Questo è il suo destino di mortale dove il sentimento percepito nel dolore diviene la realtà della passione, la colonna una colonna di luce, il giudice come uno spot su di un palcoscenico,  a elemento simbolico del giudizio, la qualità della luce la colpa.

In questo l’ opera di Caravaggio è teatrale.

Pollock nella sua action painting brevetta il dripping come movimento contrapposto l’ azione relativa alla rappresentazione, così l’ azione diviene smantellamento dell’ ineluttabilità del destino, se solo prima lo determinava, lo libera dal suo retaggio legato alla rappresentazione come unico fattore fisico determinante.

Sarà Malevic a stabilire e mettere a fuoco le nuove basi della pittura fondate sulla rivoluzione visiva operata dalle avanguardie.

In Quadrato Bianco su Fondo Bianco, nella visione più poetica della pittura inserisce le due luci bianche di cui una è più cristallina dell’ altra, la passione si raffredda notevolmente dalla sete del sapere la fede di una propria religione, quale può essere la pratica della pittura, alla sua dissacrazione nella trasformazione della sete in fame, cambia la qualità dell’ esigenza, la sua sacralità, la purezza della sete corrisposta dalla purezza dell’ acqua capace di dissetare, e la pittura nel passaggio si fa eretica, scettica rispetto al valore portante dell’ arte. Fonda uno strumento visivo apparentemente nuovo nel quadrato il quale trova il suo riscatto nella posizione asimmetrica rispetto alla logica di governo del quadro, come avvenuto nella Città Ideale, per raggiungere la sponda visiva emozionale approdando ad una spiritualità universale.

Precedente Struttura di un discorso visivo